lunedì 3 giugno 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano



Edoardo, quella sera, aveva deciso di uscire di pattuglia con i suoi uomini. Lo faceva abbastanza spesso, era come una chioccia e, quando arrivavano ragazzi nuovi, lui aveva l’abitudine di andare fuori con loro. Tutti gli volevano bene e lo stimavano molto, gli erano affezionati. Era il loro eroe.  Ormai famoso tra i ragazzi dell’Arma, si era distinto più di una volta in situazioni di pericolo, ne era sempre uscito incolume, evitando pericoli anche mortali per i suoi uomini e per sé stesso. Uno in gamba. Sempre con la testa posto, pronto, efficace, dedito al dovere. I giovani militari erano entusiasti di lui, soprattutto quando usciva con loro in pattuglia.
Quella sera, fecero il solito giro di controllo nella loro zona. Raggiunsero un posto di blocco. Il capitano Ambrosi fece fermare la macchina. Scese a parlare con i militari. I ragazzi gli riferirono alcune informazioni ricevuti dai colleghi. Avevano notato, alcuni strani movimenti nei pressi della Stazione Ferroviaria. Ambrosi diede loro istruzioni e, ripartì con i suoi uomini alla volta della Stazione. Girarono per un po’ nelle stradine attorno, poi fece parcheggiare la macchina in una via a senso unico. Spensero i fari. L’auto di servizio, era seminascosta da un cassonetto della spazzatura, un lampione era spento, perciò erano in una posizione ideale per un appostamento. Il Capitano, seguito dal Brigadiere, scese dalla macchina. Procedette in silenzio, Ambrosi si girò, fece un cenno al collega e si incamminò da solo per una ventina di metri. Il silenzio era assoluto. Anomalo per quell’ora della sera in estate. Aprì la fondina, estrasse la pistola d’ordinanza e l’infilò nella cintura dei pantaloni. Nel silenzio, udì un fruscio. Qualcuno che tentava una sortita. Si gettò di lato, mentre il luccichio di una lama fendeva l’aria dinanzi a lui. Sentì la lama entrargli nella carne poco più su del gomito sinistro, balzò in avanti, estrasse la pistola con una velocità fulminea e, con il calcio dell’arma colpì con tutta la forza che aveva dinanzi a sé. Nel frattempo era sopraggiunto il Brigadiere. Nello stesso istante si udì un grido soffocato e un tonfo. Il Carabiniere che era rimasto appostato in macchina accese i fari e avanzò sino a raggiungere i colleghi. Saltò giù dall’auto, pistola in mano… colse subito la scena: Ambrosi perdeva sangue in  abbondanza dal braccio ferito, ma non sembrava aver riportato una ferita grave. Per terra giaceva privo di sensi un uomo di colore, a vederlo così sembrava un colosso. Il Brigadiere si affrettò a chiamare per radio rinforzi, mentre Ambrosi, scavalcato il malcapitato ancora svenuto a terra, girò l’angolo correndo. Sapeva, che il peggio doveva ancora arrivare. Il Brigadiere, dopo aver messo le manette all’uomo a terra, gli corse dietro e lo sentì intimare gridando un: “alto le mani o sparo!” Seguì una detonazione. Vide, due persone che scappavano. Una di loro si voltò e fece fuoco, “A terra!” gridò Ambrosi al militare, mentre lui rispondeva al fuoco continuando a correre dietro ai due malviventi. Spararono ancora, Ambrosi rispose al fuoco, uno dei due fuggitivi cadde, l’altro si girò di scatto, si inginocchiò, prese la mira e fece fuoco. Il primo colpo, Ambrosi, lo scartò per un pelo. Il Capitano rispose al fuoco e l’altro scaricò il caricatore della sua arma contro di lui. Il Brigadiere, sopraggiunto in quell’istante, vide Ambrosi cadere a terra.

Era passata da poco la mezzanotte. Miranda e Alois rientravano dalla loro cena in città. Commentavano tranquillamente la serata, appena trascorsa quando videro passare a sirene spiegate auto dei Carabinieri, Polizia e tre ambulanze. Alois, accostò la sua auto per lasciare la strada libera alle Forze dell’Ordine. Erano alquanto impensieriti da tanto trambusto. Di certo, era accaduto qualcosa di molto grave.
Miranda sentì dentro di sé una forte agitazione. Inconsciamente il suo pensiero andò a Edoardo. Si dette della stupida, perché mai gli era passato per la testa un simile pensiero, perché mai…
Quella notte ebbe degli incubi atroci, vedeva Edoardo sporco di sangue, i vestiti strappati, che la guardava, ma non riusciva a parlarle. Si svegliò sudata ed in preda al panico.... 

        (tratto dal romanzo   L'Odore Profano...   continua)  Nicla

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