martedì 7 maggio 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano



Miranda si ritirò in cucina, per sistemare tutto e lasciò gli uomini a parlare.
“Allora, oggi ho telefonato. Ci riuniamo venerdì sera alle undici, al solito posto. Io avrei un’idea: Miranda vive con te e deve sapere tutto. Non si creeranno, tra voi incomprensioni o dubbi. Potremmo proporla come affiliata, lei collabora con noi, dopo la laurea e l’esame di stato potrebbe anche diventare un’associata dello studio…”
“Hai ragione, gliene parlerò, ti darò una risposta entro giovedì.”
Miranda arrivò in quel momento con il caffè.
A mezzanotte, Antonio propose di andare a dormire. Erano stanchi e, provati per molti altri motivi. Si sarebbero riuniti l’indomani sera.

14

Eleonora, controllava gli ordini evasi nello studio di suo padre, quando il signor Amerigo entrò e, vedendo la figlia ancora al lavoro, si rannuvolò.
“E’ possibile che tu debba passare tutto il tuo tempo qui! Sei giovane, dovresti uscire con gli amici! Ti devi distrarre, la vita non è… solo questo. A me e a tua madre, piacerebbe che tu trovassi un bravo giovane, così…”
“Papà caro, lo so cosa vorresti, me lo ripeti tutti i giorni. Verrà anche quel momento. Le cose accadono quando meno te lo aspetti. Ora io sono felice così. Qui con voi.”
“Lo so figlia mia, ma mi sembra che non ti vada mai bene niente, e io, non ti capisco.”
“Non c’è niente da capire, quando succederà, succederà….” Non trovava più parole per consolarlo, sembrava che la questione di vita o di morte, che toccasse più lui, che lei, che era l’interessata.
“E tua sorella come ti è sembrata? E’ così… sfuggente, mi è sembrata preoccupata.”
“Devi pensare che tra meno di un anno si dovrà laureare. Ora, lavora anche presso un grosso studio, sai, non è poi così tutto semplice. Ci vuole tempo.”
“Non è esattamente quello che intendevo. Mi è sembrata diversa, e poi tutte quelle telefonate segrete… C’è qualcosa che non mi è chiaro.”
“Papà, Miranda tra poco avrà ventitré anni. Forse avrà un ragazzo… è normale, alla sua età.”
“Tu sai qualcosa. Con te si sarà confidata sicuramente, non vuoi parlarne con me?”
“Papà, non insistere, se, e quando ci sarà qualcosa da dire, Miranda sarà la prima a parlartene, non trovi?”
“A metà gennaio andrò da lei. Verrai con me cara? Portiamo anche la mamma. Concediamoci una vacanza. D’altronde questo è l’unico periodo in cui possiamo lasciare l’azienda in mano ai contabili e ai commercialisti. Che ne dici, è una bella idea?”
 “Sì, è proprio una bella idea.” Eleonora già pensava di telefonare alla sorella, per prepararla ad affrontare la situazione.
L’indomani mattina chiamò Miranda di buon’ora, sapeva bene che la sorella si alzava per tempo. Il telefono suonò a lungo, doveva essere per forza a casa a quell’ora! Forse era sotto la doccia. L’avrebbe chiamata più tardi. Miranda stava facendo l’amore con il suo uomo, era, oramai, così presa da lui, che avrebbe preferito morire piuttosto che farne a meno. Era dimentica di tutto, non si era neppure spostata di un millimetro, mentre il telefono continuava a suonare. Ma, a lei non interessava nulla. Potevano anche annunciarle la fine del pianeta. Lei era tra le braccia dell’uomo che amava, e niente contava di più al mondo.
Molto più tardi controllò chi l’avesse chiamata: Eleonora. Chissà che cosa le doveva dire di così importante, di tanto urgente. Non era quello l’orario in cui si telefonavano.
“Ciao, ho visto ora la telefonata, scusami non ho potuto chiamarti prima, come stai, tutto bene?”
“Miranda, papà ha deciso di venire a Padova, desidera vederti. Ha chiesto anche a me di accompagnarlo e, penso verrà anche la mamma.” Le disse parlando a bassa voce.
“E come gli è venuta questa idea?”
“Dice che ti ha vista strana, e non capisce cosa stia succedendo. Ho cercato di depistarlo in tutti i modi, ma sai com’è, quando si mette in testa una cosa, è più cocciuto di non so chi.”
“Che gli hai detto”?
“Che sarai preoccupata per la tesi, e che il nuovo lavoro t’impegna. Ma lui sostiene che non è così, allora gli ho suggerito che forse hai un ragazzo, cosa del tutto normale alla tua età. Che altro potevo dirgli? Sembrava un segugio!”
“Hai fatto la cosa migliore, sarà più facile anche per noi. Grazie sorellina, un bacio.”
Alois uscì dalla doccia, ogni qualvolta lei se lo ritrovava davanti, stentava a credere alla fortuna che aveva avuto nell’incontrarlo, e alla magica pozione che dovevano avere ingerito per amarsi così tanto, e poi, non si stancava mai di ripeterselo, era bello da mozzare il fiato, così maschio. Le vennero i brividi.
“Con chi eri al telefono amore?”
“Eleonora, mia sorella”.

    (tratto dal romanzo L'Odore Profano  continua....)
                                        Un saluto, Nicla 

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