giovedì 30 maggio 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano



“Tesoro, devi stare tranquilla, sarai protetta come non mai. E’ un uomo di coraggio, ho molta stima di lui.” Miranda scoppiò in lacrime. Alois accostò la macchina sul ciglio della strada, l’abbracciò con dolcezza e le sussurrò parole di conforto. Piano, piano lei si rilassò. La teneva stretta tra le braccia. Miranda gli stava vicina. Aveva bisogno di lui, della sua forza. Della sua sicurezza.
“Domani rimango a casa con te, e studieremo insieme per il tuo esame, ti va bene piccola?”
“Oh, sì! Grazie… fantastico! Grazie, mi fai felice. Staremo insieme tutto il giorno.”
“E, ora andiamo a casa. Ti fai più bella di come sei, se puoi e, ti porto fuori a cena. Decidi tu, dove vuoi andare.”
Si strinse di più ancora a lui. Stava bene, tra le sue braccia. Felice, di sentirsi protetta come una bimba.
Trascorsero una serata tra le più belle degli ultimi tempi. Alois le propose di andare a ballare in un bel localino, appena fuori città. Si divertirono molto. Alois sapeva sempre come fare per farla star bene. A Miranda fu ancora più chiaro, che lei non avrebbe mai rinunciato a lui. Lo amava, ed era legata a lui per tanti motivi. Ballarono, stringendosi, accarezzandosi, baciandosi, incuranti del resto del mondo. Si desideravano da morire, decisero di andarsene. Alois aveva urgenza di lei. Infilò una stradina secondaria, di lì, sicuramente non sarebbe passato nessuno, l’erba era alta. Fermò l’auto, e spense i fari. Reclinò il sedile dove era seduta Miranda. Le sfilò lentamente gli slip, le tolse la leggera maglietta di seta, prese i seni tra le mani, li baciò e li succhiò fino a farle male. Lei spinse la sua mano all’interno dei pantaloni leggeri e, come sempre sentì il suo desiderio. Pieno, turgido. Lui le bloccò delicatamente la mano. La voleva, la desiderava con impazienza. Voleva amarla… subito. Si spostò sopra di lei e… trovò all’istante la via del suo piacere. All’inizio si mosse piano, con cautela. Il piacere incalzante lo sconvolgeva. Quella donna lo faceva impazzire. Si riversò in lei. Sotto una splendida luna complice, in una notte silente di giugno.
Miranda non si rivestì completamente. Erano quasi arrivati a casa. Aprirono la cancellata con il telecomando, entrarono, a metà del viale, dietro di loro, entrò anche il capitano Ambrosi.
“Salve Capitano, è da molto che aspetta?”
“No. Non si preoccupi avvocato, questo è il mio lavoro. Volevo solo assicurarmi che arrivaste a casa in tutta sicurezza.”
Spostò lo sguardo dentro la macchina, proprio nel momento in cui Miranda faceva sparire gli slip dentro la pochette, e velocemente si infilava la maglietta.
Sentì come un pugno allo stomaco. Immaginò quello che era accaduto. Di quanto fosse meraviglioso fare l’amore con una creatura come Miranda. Nella sua mente, per un attimo fantasticò, pensò ai loro giochi amorosi. Poteva ben immaginare che loro due facessero sesso, poiché vivevano insieme, ma immaginare è una cosa, e vedere Miranda poco vestita, con ancora le tracce sul volto dell’amore appena concluso… era ben altra cosa. Di sicuro avevano appena fatto l’amore. Osservò Alois. Aveva gli occhi arrossati, appagati. Era davvero un bell’uomo, dovette ammetterlo a sé stesso e, lei un incanto. Stavano bene insieme.
“Capitano, vuole entrare, beviamo qualcosa insieme?”
Sarebbe dovuto andarsene di corsa, ma qualcosa lo tratteneva. Percepì il pericolo, ma non poteva farci più niente. Si stava infatuando di Miranda, altrimenti come giustificare quell’attacco di ansia o, di gelosia, di pochi istanti prima?
“E’ molto tardi, ma accetto volentieri.”
Miranda si era ricomposta, si scusò, li avrebbe raggiunti subito. Quando arrivò in salotto, Alois versava del cognac al Capitano.
“Ne vuoi anche tu?” Le chiese dolcemente, come se fossero soli.
“Berrò un sorso dal tuo bicchiere, grazie.”
Edoardo la guardò. Intensamente. Non riusciva a non guardarla. Era una visione. I capelli leggermente scompigliati, le labbra rosse di baci, gli occhi cerchiati e ancora colmi di piacere… odorava d’amore. Si muoveva voluttuosa, Alois la guardava con desiderio. Edoardo capì che non era ancora finita la loro serata. Si alzò, ringraziò entrambi per la squisita ospitalità. Girò sui tacchi e se ne andò.
Girovagò tutta la notte.
Quella donna gli era entrata dentro, più di quanto volesse ammettere a sé stesso. Era successo fin dal primo momento, quando l’aveva vista la prima volta. Era inutile negarlo. Come una malattia oscura, gli si era scatenata nell’intimo, e tutto era scattato per un semplice contatto delle loro mani, per uno sguardo più intenso… per averla vista tornare discinta, con ancora l’odore sulla pelle della sua sessualità.
Non aveva alcuna speranza di averla, né di avvicinarla, o semplicemente di toccarla. Gli scoppiava la testa, continuava a pensare a quei due, che facevano l’amore e, a lei… tra le sue braccia.
Decise di ritornare al Comando, e sperare di dormire almeno un paio d’ore. Altrimenti sarebbe scoppiato.
Appena arrivato, controllò le scartoffie che aveva sul tavolo. La sua mente era altrove. Non c’era altro spazio che per l’immagine di Miranda. Lei, che in quel momento, probabilmente, si abbandonava tra le braccia di Alois. Lasciò sulla scrivania quello che stava cercando di fare, salì nel suo appartamento. Si spogliò e fece una doccia fredda. Prese un’aspirina e si buttò a letto, senza riuscire a dormire. Andò in cucina, prese un bicchiere di acqua fresca e ritornò a letto. Finalmente si addormentò, sfinito, alle prime luci dell’alba.


19


Quel giorno Miranda decise di restare a casa per organizzare il pranzo della domenica,  avevano deciso d’invitare Laura e David. Alois, prima d’uscire, telefonò....
    (tratto dal romanzo L'Odore Profano  continua...  Nicla )

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