venerdì 10 maggio 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano



Laura entrò in camera sua e si guardò attorno. Era trascorso più di un mese, e per di più in un’altra casa. In un altro contesto. Le apparve tutto così estraneo. Tutte le cose alle quali era legata, e gelosa fino a poco tempo prima, ora le erano indifferenti. Non era solo il rientro dalla lunga vacanza a trasmetterle questa sensazione. In quella casa, qualcosa era cambiato. Qualcosa, si era definitivamente spezzato. Pensò subito che quando sarebbe andata a Boston, perché, accidenti ce la doveva assolutamente fare, avrebbe portato con sé il minimo indispensabile. Si sarebbe sbarazzata delle cose che le erano state care.  Avrebbe comprato cose nuove. Era un modo come un altro per lasciarsi alle spalle il passato.
Come al solito Giulia diede disposizione per la cena. Alle otto precise arrivò Alois. Appena entrato, in quella che era stata per molti anni la sua casa, percepì immediatamente come il suo odore, gli fosse diventato estraneo. Si sentì a disagio e fuori posto. Teresa gli andò incontro salutandolo, come d’abitudine. E, mentre l’aiutava a sfilarsi il cappotto, si sentì un uomo diverso. Tutto era cambiato. Si sentiva estraneo alle solite cose. Raggiunse Giulia e Laura nel saloncino verde per l’aperitivo. Era tutto così insolito, quella era stata la sua casa… la casa che aveva regalato a Giulia per il loro matrimonio e dove, pareva regnasse l’armonia e l’amore. Quella casa in cui, ogni piccola cosa era stata scelta insieme e aveva fatto parte della loro vita di coppia. In quel momento si rese conto che quella casa, oramai, era lontana da lui mille anni luce. Laura gli andò incontro abbracciandolo. Poi, salutò Giulia. Per fortuna Laura aveva molte cose da raccontare. Tenne banco per tutta la durata della cena, togliendo dall’imbarazzo del silenzio la sua  famiglia.
Venne il momento di affrontare l’argomento.
Fu Alois a parlare.
“Laura, noi… dobbiamo parlare… ti chiedo solo un po’ di attenzione, è una cosa di estrema importanza.”
“Non sono stupida papà, credo di avere già capito abbastanza. Voi vi state lasciando, è così?”
“Tesoro, non prenderla in questo modo…”
“Scusa tanto, in che modo dovrei esprimermi, mamma?”
“Laura, è un argomento molto importante... e sì, hai capito bene. Noi, ci stiamo lasciando. Sei una ragazza in gamba, avevi già intuito tutto.”
“Io cosa devo fare?” Chiese Laura.
“Niente, continuerai la tua vita di sempre. Io sarò qui in città, tua madre invece ha interessi in Africa, pertanto farà la spola tra Italia e Zambia fino alla sentenza della separazione legale. Cercherò, anzi, farò l’impossibile per ottenerla quanto prima. Per il bene di tutti.”
“E, com’è successo? Che cosa é accaduto, per giungere a questo punto?”
“Hai diritto di sapere la verità.” Alois le raccontò tutto quello che era successo, tralasciando alcuni particolari, che Laura non era tenuta a sapere.
“Ah, è così! Tu hai un’altra! Come hai potuto? La mamma è la più bella donna sulla terra, non me la sarei mai aspettata da te, una simile vigliaccata!”
“Laura, non parlare così a tuo padre. Sei giovane, alcune cose possono sfuggirti, ma per l’amor di Dio, non dire cose senza conoscere la loro gravità.” Giulia era molto contrariata dall’atteggiamento della figlia.
“Non ho mai cercato nulla fuori dalla mia famiglia, ma… alle volte, le cose accadono e senza un motivo apparente. Capitano, e basta.”
“Posso sapere chi è, la conosco?”
“Sì la conosci, e ti dirò chi è, è inevitabile… lo scopriresti comunque…”
“Non so neppure io chi sia… non lo volevo sapere, ma ora, tanto vale… parlarne.”. Disse Giulia.
“Miranda. E’ le, la donna che amo.”
“Coosa”? Laura era sbiancata.
Giulia non disse nulla.
          (tratto dal romanzo L'Odore Profano   continua... ) 
                                         Un saluto, Nicla

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