mercoledì 3 aprile 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano



Chissà cosa avrebbe pensato Alois di quella sua fuga. Senza una parola. Un momento così difficile per loro.
Sistemò un po’ il letto, e ci s’infilò dentro. Era stanca e provata. Si addormentò immediatamente.
Fu travolta da incubi. Qualcosa batteva nella sua testa, il rimbombo le faceva male, non riusciva a tirarsene fuori. Si svegliò, riemergendo dall’angoscia che l’attanagliava, ma il rumore continuava a batterle in testa. Aprì gli occhi, e capì che i colpi erano reali.
Saltò giù dal letto, prese la prima cosa che le capitò tra le  mani e l’ indossò, era la camicia di Alois che era rimasta sulla poltrona. Corse giù per le scale. La pendola segnava le tre di notte. Giunse dinanzi all’ingresso di casa. I colpi non cessavano. Radunò le idee ancora confuse dal sonno. Chiese ad alta voce chi ci fosse, prima di aprire la porta.
“Mirì, per l’amor del cielo, aprimi subito!” La voce di Alois… era disperato.
Aprì, prima ancora di rispondergli… si ritrovò tra le sue braccia, che la stringevano forte. Sentì la bocca di lui sulla sua, assaporò il gusto salato… si accorse, che piangeva.
“Non farlo mai più”! Ora piangeva, senza vergogna. Era straziante, vederlo così. Vulnerabile. Un uomo forte, sicuro di sè come lui, piangeva, continuando a supplicarla di non lasciarlo, mai.

            (tratto dal romanzo L'Odore Profano    continua.....)

                                              buon pomeriggio,  Nicla
 




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