lunedì 15 aprile 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano



..... la pelle scura esaltava la luminosità dei suoi occhi. Mai visti di così splendenti!  Una lunga cicatrice gli attraversava la tempia sino alla fronte, scavando in due il sopracciglio. Gli conferiva un aspetto da combattente, da uomo che probabilmente aveva affrontato molti pericoli, e non indifferenti. Ma quello che più la colpì di lui, era l’aria scanzonata che aveva. Si intuiva che era abituato al pericolo, ma non per questo si presentava come un duro. Giulia si riscosse, lo stava osservando da troppo tempo. Si sentì imbarazzata. Lo ringraziò per la sua cortesia e lo invitò a condividere il pasto assieme a lei. Lui, accettò con gioia. Si presentò, parlava inglese e francese oltre all’afrikaans. Era un matabele. Il suo nome Joss Kasou. Mangiarono dallo stesso piatto. Giulia non lo aveva mai fatto con nessuno in vita sua.  Quell’uomo la coinvolgeva. Si sentiva stranamente intimidita. Forse la colpa era di quel meraviglioso cielo stellato. Le stelle, in Africa, le sembravano particolarmente lucenti e  vicine. Un’iridiscente falce di luna creava uno straordinario contrasto con gli alberi scuri che costaggiavano le rive dello Zambesi.  Di certo, era uno scenario di singolare bellezza.
Entrambi ammirarono estasiati quell’opera di Dio. Joss le parlò della sua terra, di quella terra selvaggia, che faceva sentire l’uomo ancora parte integrante della natura. Giulia lo ascoltava rapita. Nella fievole luce lunare, scrutava il suo volto bello e appassionato, mentre lui, le trasmetteva l’amore che provava per la sua Terra. Giunse il momento di accomiatarsi. Giulia si separò da lui a malincuore. Gli augurò la buona notte e, la promessa che sarebbe salita con lui, il mattino seguente, sulla canoa nel tragitto lungo il fiume. Joss le avrebbe mostrato e spiegato quanto c’era di interessante e singolare durante il lungo percorso.
Giulia tardò ad addormentarsi, non riusciva a togliersi dalla mente il volto di Joss. Alla fine, stremata,  la stanchezza ebbe il sopravvento. Cadde in un sonno assoluto.
L’alba arrivò rapidamente.
L’orizzonte si colorò di un delicato color rosa perlaceo ricco di sfumature, contrastava con le nuvole grigie che si specchiavano nel grande fiume. Una coltre di nebbia leggera fluttuava impalpabile, mentre le anatre selvatiche si levavano in volo in formazione perfetta.
Fu questo lo straordinario spettacolo che accolse Giulia, quando uscì dalla sua tenda e  la lasciò senza fiato dinanzi a tanto naturale splendore.
Rapidamente fecero colazione. In breve furono pronti per la partenza. Le Land Rover cariche di turisti costeggiavano il fiume solcato dai rangers in canoa, fino a che giunsero nei pressi di un villaggio. Qui avrebbero preso le canoe necessarie per proseguire il loro viaggio scendendo il fiume.
Lo Zambesi era di color verde smeraldo scuro e, i papiri, per effetto dei raggi del sole, sembravano bordati d’oro. Le leggere imbarcazione filavano veloci lungo il fiume, ognuna di esse portava a bordo non più di quattro persone più un uomo ai remi e gli zaini degli occupanti. Alcune ore più tardi le prime imbarcazioni toccavano i papiri dello Zambia.
Durante il tragitto Giulia aveva ascoltato in silenzio tutto ciò che Joss le faceva notare e le spiegazioni che le forniva. Era talmente attenta a tutto ciò che le passava davanti agli occhi che, quando alcuni ippopotami scivolarono in acqua poco distante, per poco non le venne da urlare dallo spavento. Joss rise divertito, mentre lei gli rifilava un’occhiataccia.
Arrivarono ad una grande ansa del fiume, poco lontano erano parcheggiati i fuoristrada con gli autisti che li stavano aspettando. Il caldo umido cominciava a farsi sentire, si sistemarono all’ombra delle tende per il pranzo al sacco. Non c’era molto tempo, dovevano raggiungere il Parco Nazionale di Kafue, prossima meta dell’escursione, il più grande di tutta l’Africa. Joss spiegò a Giulia che vi erano più di cinquanta specie di mammiferi, antilopi e felini e circa quattrocento specie di uccelli. Viaggiarono quasi senza sosta, in Africa le distanze sono immense, ed era prudente arrivare prima che scendesse la notte. 
    (tratto dal romanzo L'Odore Profano    continua... )
                                                                                                 kisses       Nicla

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