giovedì 11 aprile 2013

tratto dal romanzo L'Odore Profano

Era davvero tutto così… bello! Aiuole ricche di fiori coloratissimi ovunque, i raffinati layouts.  Sparse qua e là con ottimo buon gusto c’erano delle accoglienti poltrone di bambù dotate di soffici cuscini che invitavano al relax, gli ombrelloni in legno di tek costituivano degli ottimi ripari dal sole. Alcune persone già sorseggiavano variopinti cocktails. C’erano poi degli alberi molto grandi con chioma a forma d’ombrello, Giulia pensò che fossero dei mopano ma, non ne era certa.  I Suoni e, strani rumori echeggiavano in lontananza. Erano i suoni della savana.
La cena fu strepitosa. Un’ottima cucina internazionale era in grado di soddisfare ogni ospite del Resort. Un buffet d’eccellenza, situato al centro di un altrettanto ampio gazebo, i cui piatti invitanti e odorosi di spezie costituivano solo l’antipasto. Di lato, in un altro gazebo, sei cuochi preparavano al momento i piatti caldi. Era davvero un trionfo di luci, di colori e, di odori. La musica arrivava dal giardino, completamente illuminato da enormi candele. Ragazze indigene, con costumi locali dai mille colori, cantavano e danzavano, per il piacere degli ospiti.
Era molto tardi quando Giulia si ritirò, non prima di aver salutato diverse persone con le quali aveva familiarizzato, e con le quali stava bene. L’indomani sarebbero partiti per un’escursione nell’area protetta dove vivevano i molti elefanti della riserva.
Si sentiva… tranquilla. Aveva lasciato tutti i suoi problemi alle spalle. Aveva bisogno di riprendere forza e serenità. L’aspettava un periodo di totali cambiamenti, e di inevitabili sofferenze.
Dormì di un sonno profondo, pieno di fantasmi, e suoni sconosciuti. Si svegliò all’improvviso. Si sedette sul letto. Dalle spesse tende tirate filtravano i raggi vividi del sole. Si stupì, di sentirsi così bene, come la sera precedente. Lo stesso piacevole benessere l’avvolgeva come un telo di seta. Sentì bussare alla porta, si alzò e si diresse verso l’anticamera.
“Sì?”
“Miss, sono Nzouni”. Rispose la voce fuori, era uno dei servitori di colore addetto al suo alloggio.
Aprì la porta, si scostò, il ragazzo portava un gran vassoio con la colazione che depose sul tavolo del minuscolo salottino. Giulia chiese a che ora sarebbero partiti per la spedizione e, dopo che ebbe avuto tutte le informazioni che desiderava, allungò al ragazzo una banconota. Questi uscì arretrando profondendosi in numerosi inchini.
                  (tratto dal romanzo "L'Odore Profano     continua... ) 
                                                  kisses... Nicla

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