mercoledì 10 aprile 2013

tratto dal romanzo "L'Odore Profano"




Le navette del Resort erano già al parcheggio dell’aeroporto di Lusaka. Giulia e gli altri turisti presero il loro posti per raggiungere il villaggio turistico. Vi giunsero dopo alcune ore di viaggio. Il pulmino era confortevole,  con l’aria condizionata, ma la pista era usurata dal tempo, dalle piogge e dal passaggio degli elefanti.
Giunsero finalmente al Villaggio. Seguendo le indicazioni raggiunse la sua stanza. Era coloratissima e spaziosa. Bussarono alla porta, aprì, era arrivato il “boy” con i suoi bagagli.
Si stese sul letto, era stanchissima, e si addormentò.
La destarono alcuni suoni che venivano dall’esterno. Si alzò e si diresse alla porta finestra, fuori uno stormo d’anatre selvatiche delle lagune, sentendo arrivare un mezzo a motore, si era levato in volo emettendo gridi soffocati e agitando forte le ali.   Le vide profilarsi nel cielo azzurro e volare via in formazione.
Percepì l’odore diverso dell’aria, e il caldo, che non aveva fatto in tempo a sentire al suo arrivo. Fece una bella doccia, indossò un paio di pantaloni ed una camicia e scese nella hall. Altre persone erano scese dalle loro stanze. Si avvicinò una coppia di italiani, li aveva conosciuti in aereo, davvero gradevoli.
“Allora che gliene sembra del posto”? Chiese il signor Giovanni a Giulia.
“Confesso che appena entrata in camera mi sono stesa sul letto e.. mi sono addormentata.”
“Pure io!” Disse la signora Adele.
“Pensavamo di dare un’occhiata al Resort, vedere un po’ cosa c’è di bello, e sentire quale avventura emozionante ci propongono le guide, per domani.”
“Se non vi disturbo… verrei con voi.” Disse Giulia educatamente.
“Ma che disturbo! Ci fa piacere! Siamo da soli anche noi, andiamo.” Il signor Giovanni partì per primo, come un capo spedizione nella giungla.
Era davvero un bel posto, aiuole ricche di fiori coloratissimi ovunque, dai raffinati layouts.  Sparse qua e là con ottimo buon gusto c’erano delle accoglienti poltrone di bambù dotate di soffici cuscinoni che invitavano al relax, degli ombrelloni in legno di tek costituivano degli ottimi ripari dal sole. Alcune persone già sorseggiavano variopinti cocktails. C’erano poi degli alberi molto grandi con chioma a forma d’ombrello, Giulia pensò che fossero dei mopani, non ne era certa.  Suoni e strani rumori echeggiavano in lontananza, erano i suoni della savana.
            (tratto dal romanzo L'Odore Profano    continua... )
                                                                                                        kisses   ....    Nicla

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